Una visione progressista per il Piano Mattei

L’aggressione russa all’Ucraina ha costretto l’Unione europea ad intervenire a sostegno di Kiev con una serie di provvedimenti che, pur se ancora nel complesso insufficienti, hanno comunque dimostrato l’esistenza di una politica estera comune europea in grado di rispondere alle minacce alla sicurezza del continente. Tuttavia, inevitabilmente, la crisi ucraina ha portato ad una concentrazione delle risorse materiali e politiche dell’Unione europea sul suo fronte orientale a scapito del vicinato meridionale. L’Africa deve invece continuare ad essere al centro dell’azione politica dell’Unione europea.
Negli ultimi anni, la credibilità dell’Ue come promotore di sicurezza e di sviluppo in Africa ha subito un arretramento marcato, a causa della mancanza di coerenza tra gli obiettivi strategici nazionali e tra i diversi ambiti della sua azione internazionale, dall’energia alla promozione dei diritti umani, dal commercio alla cooperazione allo sviluppo. E’ anche il risultato di una presenza sempre più massiccia e aggressiva di attori regionali e internazionali come Russia, Cina, Paesi del Golfo, Turchia. Paesi che propongono modelli alternativi di cooperazione senza le briglie della condizionalità legata al rispetto dei principi democratici e dei diritti sociali e che stanno trovando sponde sempre più concrete tra i governi del Sud del mondo.
L’Unione deve riattivare un partenariato solido e per quanto possibile equilibrato con questi Paesi, facendo leva sugli strumenti economici, sociali, culturali e di innovazione tecnologica. In quest’ottica, il ruolo dell’Italia è fondamentale. La proposta di un Piano Mattei per l’Africa da parte del governo di Giorgia Meloni appare però anacronistica e soprattutto con poca sostanza. E’ anacronistico pensare che un singolo Paese europeo, anche un Paese come l’Italia che è molto vicino al continente africano e rappresenta il ponte tra le due sponde del Mediterraneo, possa fare da solo in un continente così vasto . Inoltre, guardando ai progetti annunciati finora, non si riesce a identificare con chiarezza una strategia complessiva E c’è molto poco anche per quel che riguarda le risorse.
Questo policy brief curato da Bernardo Tarantino per MondoDem, con contributi di Gregorio Staglianò, Benedetta Albano e Riccarda Lopetuso, analizza obiettivi e contenuti del Piano Mattei per l’Africa, al centro anche della proposta italiana per la sua presidenza del G7. Evidenzia le criticità della narrazione e i limiti concreti della proposta, focalizzandosi in particolar modo sui temi della sicurezza climatica, delle infrastrutture digitali e della formazione. Soprattutto, il brief propone un approccio e un piano d’azione alternativi che rispondono non solo a criteri di efficacia ed efficienza ma anche ad una visione progressista dello sviluppo e delle relazioni tra Europa (e Italia) e Africa. Un vademecum importante per chi vuole andare oltre le etichette politiche e instaurare un dialogo sostanziale sul futuro dei rapporti tra i due continenti.

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