UE e Indo-Pacifico: le Filippine al centro della strategia europea

Ci sono due aspetti fondamentali da considerare nella situazione politica attuale delle Filippine.

Il primo è che, sebbene le prossime elezioni presidenziali siano previste per il 2028, la campagna elettorale è già iniziata. Attualmente, il presidente è Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr., mentre la vicepresidente è Sara Duterte, figlia dell’ex presidente Rodrigo Duterte. Tuttavia, con l’avvicinarsi delle elezioni di metà mandato, l’alleanza tra i due si sta incrinando. Gli occhi sono puntati sulla vicepresidente, che dopo il voto di metà mandato dovrà affrontare un possibile impeachment, al Senato. Questo passaggio sarà cruciale per determinare quale tra le due principali dinastie politiche del Paese – i Marcos e i Duterte – prevarrà sull’altra. 

Il secondo aspetto riguarda la politica estera delle Filippine, in particolare il conflitto con la Cina nel Mar Cinese Meridionale. Negli ultimi anni, il Paese ha assunto un atteggiamento sempre più deciso nei confronti di Pechino, segnando una netta discontinuità rispetto alla politica dell’ex presidente Duterte. Quest’ultimo aveva cercato un riavvicinamento con la Cina, una strategia che, a posteriori, molti considerano fallimentare.

Questi sviluppi politici interni hanno un impatto significativo sulle relazioni tra l’Europa e le Filippine. Durante la presidenza Duterte, l’UE ha dovuto ridimensionare il proprio coinvolgimento, sia a causa delle violazioni dei diritti umanilegate alla “guerra alla droga”, sia per l’orientamento pro-Cina del governo di allora. Sebbene Marcos Jr. provenga dalla stessa area politica del suo predecessore, ha adottato una linea più filo-occidentale e un atteggiamento più attento ai diritti umani. Le elezioni di metà mandato – e ancor più quelle del 2028 – potrebbero nuovamente ridefinire gli equilibri tra Manila e Bruxelles.

Per l’UE, dunque, è arrivato il momento di decidere se e come costruire relazioni stabili e a lungo termine con le Filippine, concentrandosi in particolare su due ambiti.

Accordi commerciali

Nel 2017, l’UE ha interrotto i negoziati per un accordo di libero scambio (FTA) con le Filippine, a causa di divergenze con il governo Duterte. Il ritorno dell’Europa al tavolo negoziale nel 2024 è stato accolto con favore sia da Bruxelles sia da Manila, vista l’importanza economica delle Filippine per il continente europeo. Il Paese occupa una posizione strategica nell’Indo-Pacifico, una regione cruciale per il commercio dell’UE (il Mar Cinese Meridionale è fondamentale per il 40% delle rotte commerciali europee). Inoltre, le Filippine possiedono risorse essenziali per la transizione ecologica e digitale dell’Europa, tra cui nichel, rame e cromite.

Difesa e sicurezza regionale

Il tema della difesa è strettamente legato agli accordi commerciali. Sebbene le recenti crisi internazionali abbiano spostato l’attenzione altrove, rafforzare le alleanze nell’Indo-Pacifico rimane un obiettivo strategico della Commissione Europea. Le Filippine, alleate della NATO e interessate ad ampliare le proprie partnership con i Paesi europei, sono un punto di partenza ideale, soprattutto alla luce delle tensioni con la Cina. Schierarsi a fianco di Manila nel conflitto nel Mar Cinese Meridionale invierebbe un segnale chiaro sulla posizione dell’UE nella regione, mentre la formalizzazione dell’FTA potrebbe essere un messaggio politico ancora più forte rivolto a Pechino. Gli Stati Uniti restano il principale alleato delle Filippine, ma ciò non esclude che l’Europa possa – e debba – costruire una propria credibilità nell’area.

Le priorità per l’UE

Per rafforzare il proprio ruolo nelle Filippine, l’UE deve agire su due fronti principali:

  1. Accelerare i negoziati per l’FTA. L’obiettivo attuale è concluderli prima del 2028, anno delle elezioni presidenziali. Accelerare il processo consentirebbe all’Europa di ottenere benefici economici immediati e, al tempo stesso, di rafforzare la propria reputazione in un’area che spesso percepisce l’UE come un partner poco affidabile dal punto di vista commerciale.
  2. Definire una posizione chiara sul Mar Cinese Meridionale. Negli ultimi anni, l’UE ha mantenuto un atteggiamento ambiguo su questa disputa territoriale, nonostante la questione sia cruciale per la sicurezza delle rotte commerciali nell’Indo-Pacifico. Le Filippine non sono l’unico Paese coinvolto nel contenzioso con la Cina, e una strategia più netta potrebbe favorire il dialogo con altre nazioni della regione.

L’attuale instabilità politica filippina rende urgente un’azione da parte dell’Europa. Se oggi l’UE non può prevedere con certezza quale sarà l’evoluzione del potere nel Paese, costruire relazioni solide fin da ora garantirà all’Europa una posizione di vantaggio nei futuri negoziati. In questo modo, indipendentemente da chi sarà al governo nel 2028, la cooperazione con Bruxelles potrà restare un’opzione strategicamente conveniente per Manila.

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