L’Italia e la non-strategia strategica. Idee per contare di più (a costo zero, o quasi)

di Matteo Garavoglia, PhD, Brookings Institution[1]

 

Alcune considerazioni preliminari

L’Italia soffre di un enorme problema di credibilità

Il sistema politico italiano è tuttora caratterizzato da grande instabilità e dal succedersi di governi che faticano a concludere le legislature. I partner internazionali dell’Italia esitano quindi a impegnarsi a lavorare con i governi italiani e a intraprendere progetti di ampio respiro. La stragrande maggioranza della leadership politica italiana è considerata assolutamente inaffidabile.

L’Italia non ha una Lira (e nemmeno un Euro)

Con un rapporto debito-PIL al 133,1%, un deficit pubblico del 2,2% e una crescita economica dello 0,9%, l’Italia semplicemente non dispone di significative risorse economiche da investire nella propria proiezione internazionale[2]. Un rilancio dell’azione italiana sullo scenario internazionale deve quindi passare da strade che non richiedano significativi investimenti economici.

L’Italia conta quasi nulla a livello globale e meno di quanto potrebbe in Europa

In termini globali, l’Italia è un paese di media dimensione economica, modesto peso politico e irrilevante peso demografico[3]. Nel contesto Europeo, l’Italia non ha una rilevanza nemmeno comparabile a Germania, Francia e Inghilterra (sic). Pur essendo uno dei “grandi” paesi europei, l’Italia ha un peso inferiore a quello che potrebbe avere date le sue dimensioni economiche e demografiche.

L’Italia attraversa un prolungato e strutturale periodo di declino

Da ormai molti anni, l’Italia si trova in una fase di prolungato e strutturale declino. Un’analisi dei principali indicatori economici, finanziari, culturali, sociali, politici e demografici mostra chiaramente una stagnazione o un peggioramento della posizione dell’Italia rispetto sia ai partner europei che ad altre aree geografiche del mondo. L’Italia viva una fase di “ripiegamento storico”.

L’Italia ha un grande potenziale che non viene sfruttato

Il potenziale dell’Italia non viene sfruttato adeguatamente. L’Italia gode di una invidiabile posizione geopolitica, di un capitale umano d’eccellenza (spesso sprecato a causa di brain drain e gerontocrazia), di un peso significativo nel contesto europeo in termini economici, demografici e politici (al meno dal punto di vista teorico) e di alcuni rapporti privilegiati nel contesto internazionale (Vaticano, Libia, Balcani).

 

Modesti suggerimenti per contare qualcosa di più (a costo zero)

Pranzo di lavoro con panino

È deprimente osservare come funzionari dell’élite politico-diplomatica italiana diano priorità a incontri ufficiali, discorsi di circostanza e funzioni pubbliche. Un misto di arroganza e ignoranza fanno sì che questi perdano così occasione di avere accesso ai veri “movers and shakers” dietro le quinte. Meno formalità e più incontri informali rimboccandosi le maniche mangiando un panino con analisti, “policy wonks” e spie[4].

Bruxelles (via Berlino), Washington e Pechino

L’apparato diplomatico italiano è a corto di risorse: bisogna concentrarle[5]. L’Italia dovrebbe concentrare maggiormente queste su Bruxelles (per ovvi motivi); su Berlino (perché – nel bene e nel male – le decisioni in ambito europeo vengono prese a Berlino mesi prima); su Washington (perché’ l’Impero è in declino ma quella è ancora la sua capitale); e su Pechino (perché quello e il futuro). E tagliare su tutto il resto.

Porte girevoli e gente strana

“To change the box, you need people that think outside the box.” Provincialismo, nepotismo e gerontocrazia tengono gente bravissima ben alla larga dall’impegno politico, istituzionale e statal-burocratico. Andare a pescare “sangue fresco” da posti strani (dal settore privato, dall’estero, dall’eccellenza) è fondamentale per riformare il Paese[6]. Poi bisogna mettere queste persone in condizione di cambiare le cose.

Tapas con amigos

Chi è in posizioni ufficiali o non se ne rende conto o non lo può dire apertamente: nei contesti internazionali l’Italia conta davvero poco. L’Italia potrebbe esplorare l’instaurazione di un comprensivo rapporto strategico di lungo respiro con la Spagna. Paese “junior” rispetto all’Italia che, però, a differenza dell’Italia, ha peso maggiore di quello che le spetta. Tanti interessi convergono: idem le volontà politiche?

Jean Monnet e la chiaccherata informale

È necessario avere persone che possano muoversi agilmente al di fuori delle strutture ufficiali e burocratiche. Sia per facilitare l’azione politica dei rappresentanti democraticamente eletti che per bypassare le resistenze consociative e nepotistiche di una burocrazia che ha interesse a non venire riformata. Le figure chiave ufficiali della politica estera italiana hanno bisogno di figure ufficiose che le appoggino.

 

Idee (da pochi soldi) per la non-strategia strategica dell’Italia

La Non-Strategia Strategica: che cos’è (e perché)

I grandi risultati si ottengono attraverso una coerenza che va al di là delle priorità dei singoli governi. L’attuale contesto politico italiano rende quasi impossibile sviluppare una strategia estera tripartitica coerente. L’unica strategia coerente consiste quindi nel non avere una strategia del PD ma, invece, nel proporre decisioni pragmatiche che possano ottenere l’appoggio dei tre principali gruppi politici in Parlamento.

Sinistra europea: dalla sinistra all’apertura

Emmanuel Macron viene da sinistra. Ma ha vinto le elezioni divenendo il “Campione Degli Aperti”. Il tradizionale cleavage politico tra sinistra e destra ha da anni lasciato il posto a una dicotomia tra “aperti” e “chiusi”[7]. Vari partiti politici si sono mobilitati per offrire un’offerta politica concreta a quest’ultimi. Nessun partito politico ha inequivocabilmente presentato un’offerta per gli “aperti”. È ora di strutturarla.

Strumenti per il Mediterraneo: un Brindisi per un posto al tavolo

L’UNHRD di Brindisi[8] offre l’opportunità di divenire la maggiore potenza umanitaria globale. Si potrebbe (ri)costruire la più grande base aeronavale umanitaria del mondo. Comprando alcuni A400M (con gioia dei partner europei),[9] con la benedizione della Chiesa e con l’approvazione delle Nazioni Unite. (Quasi) tutte le forze politiche appoggerebbero l’iniziativa. E l’Italia si doterebbe di uno strumento eccezionale.

Migranti: aiutare il rifugiato nel proprio interesse

Quando l’immigrazione appare incontrollata, è gioco facile trasformarla in strumento da guerra elettorale. L’Italia potrebbe considerare un approccio “estremista” su due fronti: no assoluto all’immigrazione economica e sì assoluto ai rifugiati. Con l’appoggio della Chiesa, nell’interesse dei tanti che veramente soffrono, per il futuro demografico dell’Italia, e per mettere a tacere le forze xenofobe.

Difesa: meno militari e più forze armate

L’Italia potrebbe puntare a uno snellimento e a un contemporaneo salto qualitativo del dispositivo militare. Tre brigate da combattimento completamente e veramente sia dispiegabili che sostenibili basterebbero per dare all’Italia un profilo di tutto rispetto alla pari di Francia e Gran Bretagna (meno arsenale nucleare)[10]. Tale proposta potrebbe ottenere l’appoggio dei pacifisti e dell’élite militare. E risparmierebbe denari.

 

[1] Non-Resident Fellow, Center on the United States and Europe, Foreign Policy Program, Brookings Institution.

[2] European Commission (2017) “Spring 2017 Economic Forecast”, disponibile allo URL: https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/ecfin_forecast_spring_110517_it_en.pdf Ultimo accesso: 6 Ottobre 2017.

[3] Organization for Economic Cooperation and Development (2017) “Data visualization for key OECD data”, disponibile allo URL: http://www.oecd.org/statistics/compare-your-country.htm Ultimo accesso: 6 Ottobre 2017.

[4] Garavoglia, Matteo (2016) “From Washington with love: an open letter to the next Italian foreign minister”, Order from Chaos blog of the Brookings Institution, disponibile allo URL: https://www.brookings.edu/blog/orderfrom- chaos/2016/08/14/from-washington-with-love-an-open-letter-to-the-next-italian-foreign-minister/ Ultimo accesso: 6 Ottobre 2017.

[5] Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (2017) “Quanto spendono gli altri paesi”, disponibile allo URL: http://www.esteri.it/mae/it/ministero/trasparenza_comunicazioni_legali/bilanciotrasparente/ quanto-spendiamo/quanto-spendono-gli-altri-paesi.html Ultimo accesso: 6 Ottobre 2017.

[6] Garavoglia, Matteo (2016) “From Washington with love: an open letter to the next Italian foreign minister”, Order from Chaos blog of the Brookings Institution, disponibile allo URL: https://www.brookings.edu/blog/orderfrom- chaos/2016/08/14/from-washington-with-love-an-open-letter-to-the-next-italian-foreign-minister/ Ultimo accesso: 6 Ottobre 2017.

[7] Garavoglia, Matteo (2011) “Democracy in Europe: politicizing champions for the European public sphere”, Istituto Affari Internazionali, Working papers 11-15, disponibile allo URL: http://www.iai.it/sites/default/files/iaiwp1114.pdf Ultimo accesso: 6 Ottobre 2017.

[8] United Nations (2017) “United Nations Humanitarian Response Depot – Overview”, disponible allo URL: http://unhrd.org/depot/brindisi Ultimo accesso: 6 Ottobre 2017.

[9] Airbus (2017) “A400M – Overview”, disponibile allo URL: http://defence.airbus.com/portfolio/a400m/ Ultimo

accesso: 6 Ottobre 2017.

[10] International Institute for Strategic Studies (2017) “The military balance 2017”, disponibile allo URL: https://www.iiss.org/en/publications/military%20balance/issues/the-military-balance-2017-b47b Ultimo accesso: 6 Ottobre 2017.

 

Il presente paper rappresenta il contributo dell’autore per la conferenza “La politica estera ed europea dell’Italia: le proposte del PD”. Esso non impegna in alcun modo il Partito e il suo programma. 

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