Nasce l’osservatorio “Lo stato della sinistra”: analisi e ricette del campo progressista nel mondo

Questo osservatorio nasce con l’obiettivo di analizzare lo stato di salute della sinistra e individuarne i punti deboli e le buone pratiche. Esistono ancora politiche che definiscono la sinistra? Quali risposte possono venire dal campo riformista ai cambiamenti sociali e culturali in atto? Qual è il valore aggiunto delle forze progressiste e come può essere comunicato in maniera più efficace?

Per rispondere a queste domande, esamineremo le esperienze nazionali delle forze progressiste e riformiste al governo o all’opposizione in Europa e nel mondo, mettendone in luce alcuni caratteri fondamentali: il loro atteggiamento verso le istituzioni liberali (pluralismo, libertà di stampa), la propensione a coalizzarsi con altre forze politiche, l’approccio verso i mercati internazionali e le istituzioni multilaterali, le principali proposte socioeconomiche, rispetto al fenomeno migratorio e sui diritti, le strategie di comunicazione politica. Il fine ultimo è di capire come può la sinistra uscire dall’impasse contemporanea e non farsi governare dalla crisi, ma proporre un progetto convincente per uscirne. Al contempo, questa analisi ci permetterà di orientarci tra le ricette proposte per affrontare i grandi temi economici, sociali ed etici del nostro tempo, in connessione con i fenomeni della globalizzazione, dei movimenti e delle minacce transazionali, delle disuguaglianze crescenti.

La complessità della realtà internazionale ha reso obsoleti molti degli strumenti interpretativi del passato, ma allo stesso tempo assistiamo al recupero di vecchie ricette per dare risposte ai nuovi interrogativi. Le destre e le forze conservatrici tradizionali si sono unite a nuove formazioni politiche nella difesa del primato nazionale a tutti i costi, invocano logiche protezionistiche in materia commerciale e migratoria, propugnano la criminalizzazione e l’esclusione del diverso finalizzate alla riaffermazione della propria identità. Questi messaggi fanno presa sui cittadini disorientati, esposti ai cambiamenti repentini della contemporaneità e agitati dalla paura di minacce al proprio benessere e alla propria sicurezza. Tanto più se vengono veicolati con mezzi e modalità innovative, che sfruttano le nuove tecnologie per raggiungere direttamente gli elettori con affermazioni perentorie e slogan accattivanti.

Di fronte a questa offensiva, devono riemergere con forza i caratteri distintivi delle forze progressiste e riformiste che aderiscono agli imperativi della coesione sociale, dell’inclusione, della valorizzazione del diverso e della società aperta. Eppure le sinistre in Europa e nel mondo occidentale sembrano attraversare un periodo di profonda crisi, che deriva da un doppio dilemma: da un lato, elaborare un approccio nuovo alla globalizzazione delle sfide e delle opportunità tenendo fede ai propri valori fondativi, e dall’altro trovare un registro comunicativo nuovo che permetta di raggiungere i cittadini senza scadere nella dialettica populista. Non tutte le forze progressiste si stanno rivelando all’altezza di questi compiti, con la conseguente perdita di consenso nell’elettorato e la disaffezione dei suoi militanti. Lo testimoniano le fratture tra gli elettori democratici nelle primarie americane, le manifestazioni a Bucarest contro il governo a guida socialdemocratica, la caduta nei sondaggi del Partito Socialista francese, il processo di scissione del Partito Democratico in Italia. Eppure mai come in questo frangente sarebbe necessario imporsi con idee forti, leadership illuminate e metodi innovativi.

Questa rubrica sarà il nostro contributo per la costruzione di un nuovo campo progressista all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte. Contiamo sul dibattitto che le nostre analisi sapranno stimolare e aspettiamo i vostri commenti sul sito di MondoDem oppure al nostro indirizzo e-mail mondodemlab@gmail.com.

La redazione

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