Di Matteo Moretti*
Esiste, nel gioco degli scacchi, una strategia molto chiusa e compressa che è tipica di chi fa giochi di posizione: la difesa ungherese. È un’apertura che fu inventata a Budapest, nel 1842, in una partita per corrispondenza contro un club di giocatori di Parigi.
Il 28 gennaio, intervistato su La7 in Faccia a Faccia da Giovanni Minoli, il Segretario della Lega ha dichiarato: “Se devo scegliere all’interno del Partito popolare europeo, scelgo il modello austriaco o il modello ungherese”. A Minoli, Salvini ha spiegato che, secondo lui, il Primo Ministro ungherese Orbán “difende i confini, difende le banche, difende la moneta e blocca l’immigrazione”. Secondo lui.
La situazione è un po’ diversa: tre anni fa, il governo del Fidesz (il partito di Orbán) giocò la carta della crisi dei migranti per far fronte ad un calo di popolarità. Infatti, nel marzo 2013, il Parlamento ungherese aveva approvato delle modifiche alla Costituzione che limitavano le libertà del potere giudiziario e l’autonomia delle università. La Commissione Europea e il Consiglio d’Europa condannarono gli emendamenti in una nota congiunta e, nel maggio dello stesso anno, il Parlamento Europeo chiese l’applicazione dell’Articolo 7 del Trattato di Lisbona – che dispone la soppressione del diritto di voto imposta al paese che violi norme e valori fondamentali dell’Unione Europea. Una cosa pesante, insomma.
Inoltre, lo slogan leghista del “modello ungherese che difende le banche e la moneta” lascia il tempo che trova, visto che è stato anche grazie alle politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea che l’Italia ha potuto beneficiare di una crescita del GDP pari a 1.5%. Uno studio condotto sull’economia ungherese tra il 2006 e il 2015 ha poi evidenziato che, nonostante i fondi europei, la competitività in Ungheria si è ridotta.
Infine, Orbán ha ricevuto accuse su tutti i fronti in ambito di politica migratoria. Amnesty International ha denunciato un numero crescente di violazioni dei diritti umani perpetrate contro i migranti dalla polizia magiara. L’Unione Europea disapprova l’orientamento politico dell’Ungheria e degli altri tre paesi del gruppo di Visegrád.
Dunque il modello ungherese, che ha incassato il sostegno del cancelliere austriaco Kurz, leader del Partito Popolare Austriaco (ÖVP), rappresenta un insieme di politiche nazionaliste, che dovrebbero essere estranee a questo periodo storico e che son senza dubbio pericolose per la credibilità internazionale di chi le adotta.
Nel 1842, il circolo scacchistico di Budapest vinse la partita contro il circolo di Parigi. Ma l’Impero Austro-Ungarico non esiste più. E Matteo Salvini, fingendosi uno scacchista esperto, rischia di trascinare l’Italia nel fuoco incrociato degli altri Stati membri dell’Unione Europea. La difesa ungherese, in una penisola dell’Europa del Sud, non reggerà.
*Matteo Moretti è laureando in Scienze Politiche – Studi Internazionali presso l’Università degli Studi di Siena. Attualmente è Trainee presso lo IAI – Istituto Affari Internazionali di Roma, con focus sull’area Europa